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Saskia Sassen è considerata una delle più grandi sociologhe del mondo, è una ricercatrice e autrice, nota per i suoi studi sulla globalizzazione e i processi transnazionali come l’immigrazione, le città globali, il terrorismo.
Insegna sociologia alla Columbia University ed è visiting professor alla London School of Economics.
E’ nata a l’Aia, nei Paesi Bassi, cresciuta in Argentina per poi trasferirsi a studiare in Italia, quindi in Francia ed infine negli Stati Uniti. Parla cinque lingue.
In ciascuno dei quattro principali progetti completati che compongono i suoi 30 anni di ricerca, Sassen inizia con una tesi che pone l’imprevisto e il controintuitivo al fine di rivisitare le “verità” stabilite. Questi progetti hanno generato quattro libri importanti e un nuovo grande progetto “Un’etica della città“.
Ha scritto e curato molti libri sulla globalizzazione, il successo dei suoi libri, tradotti in 22 lingue, l’ha resa una degli autori più citati negli studi sulla globalizzazione. Un aspetto fondamentale dell’opera della Sassen è di aver indirizzato la sua ricerca verso le questioni del potere e della disuguaglianza sociale derivanti dai processi di globalizzazione.
Nei dettagli
Nel suo primo libro, “La mobilità del lavoro e del capitale” (Cambridge University Press 1988) la tesi della professoressa Sassen andava contro l’idea consolidata che gli investimenti esteri avrebbero impedito l’emigrazione dai paesi meno sviluppati.
Ha ipotizzato e documentato che gli investimenti esteri nei paesi meno sviluppati tendono effettivamente ad aumentare la probabilità di emigrazione se tale investimento va a settori ad alta intensità di lavoro e/o devasta l’economia tradizionale. In breve, la sua tesi andava contro le nozioni consolidate secondo cui tale investimento avrebbe trattenuto potenziali emigranti.
In “Le città dell’economia globale” (2004 edizione italiana) la sua tesi è che l’economia globale necessita di inserimenti territoriali molto specifici, in particolare nelle città. Dimostra inoltre come numerose metropoli mondiali come New York, Tokyo, Londra, Seul, Pechino e Shanghai siano siano connesse globalmente ma disconeese localmente, fisicamente e socialmente mentre l’economia mondiale ha bisogno anche di inserzioni territoriali specifiche.
In “Territorio, Authorità, Diritti: assemblaggi dal Medioevo all’età globale” (Princeton University Press 2006), la sua tesi è che le trasformazioni globali parziali ma fondamentali di oggi, da quelle economiche a quelle culturali e soggettive, in realtà avvengono in gran parte all’interno di ambienti e istituzioni nazionali. Ma lo fanno in modi che denazionalizzano il nazionale.
Nel suo progetto più recente, sviluppato in due libri: Espulsioni – Brutalitá e complessità nell’economia mondiale e Territori senza governo? , la tesi è che la nostra modernità globale è segnata da espulsioni sistemiche di ogni tipo che vanno ben oltre la semplice crescente disuguaglianza, povertà, rifugiati nel sud del mondo e così via.
Lingue
Oltre all’inglese Saskja Sassen, parla correntemente spagnolo, italiano e francese e conosce bene l’olandese e il tedesco. Ha studiato anche il russo e il giapponese.
Premi e onoreficenze
La professoressa Sassen ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui tredici dottorati honoris causa , inserita tra le cento donne della scienza, nel 2013 ha rivevuto il Premio Principe de Asturias per le scienze sociali, nominata cavaliere dell’Ordre des Arts et Lettres dal governo francese; più recentemente è stata insignita del Premio Internazionale Edgar de Picciotto.
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Espulsioni: brutalità e complessità nell'economia mondiale